Si è svolta nella splendida cornice di Piazza Municipio, trasformata in un salotto parato a festa, la seconda edizione di “La nostra Santa “, sul tema delle bande musicali. La serata è stata organizzata dalla Pro Loco con la collaborazione, ancora una volta, dell’associazione musicale “F. Panarese” e il Piccolo Teatro Scorranese. La conversazione su “La Banda da giro nelle festività patronali”, ha visto gli interventi di Giuseppe Pascali, scrittore, giornalista e studioso del fenomeno delle bande, e di Gigi Stefanizzi, vicepresidente della Pro Loco e figlio di musicista, che ha vissuto e vive l’esperienza di musicista sin dalla più tenera età ed è testimone storico, insieme a numerosi altri “bandisti” scorranesi di quella che fu la banda di Scorrano. La conversazione, preceduta dagli interventi del presidente della Pro Loco, Piero Palumbo, e del Sindaco di Scorrano, Guido Stefanelli, moderata da Maria Ausilia Maglione è stata intercalata dagli intermezzi delle marce musicali dell’associazione “F. Panarese”, diretta dal maestro Daniele De Pascali.
Lo scrittore e giornalista Giuseppe Pascali ha analizzato storicamente l’origine e gli elementi che caratterizzano una banda, dal maestro alla divisa, agli strumenti, ai concerti e alla cassarmonica, che ne hanno fatto una peculiarità tipica dell’Italia meridionale, oggi, purtroppo in crisi, dovuta ad una evoluzione delle tradizioni delle feste paesane, che tendono a rilegarla sempre più in secondo ordine.
Momenti di commozione e di magica atmosfera ha suscitato nel pubblico, che ha riempito la piazzetta, il ricordo del maestro Tommaso Cancelli, evocato da Gigi Stefanizzi e dal prof. Salvatore Stefanelli, un bandista della prima covata degli anni 60, che è diventato poi direttore del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. Il maestro Cancelli, originario di Muro Leccese, è stato, prima che maestro di banda, un padre, un uomo in possesso di grandi capacità didattiche, precursore delle novità pedagogiche odierne, fondate sull’inclusione dei più svantaggiati socialmente e intellettivamente. In effetti la banda di Scorrano, voluta anche dal Sindaco dell’epoca prof. Antonio Blandolino, ha dato la possibilità a numerosi ragazzini di famiglie umili, di crearsi un mestiere di bandista o di avere le basi per una futura carriera di docente di musica. La lettura, ad opera di Adolfo Scoletta, di una lettera destinata al maestro Cancelli ha risaltato ancora di più, qualora ce ne fosse stato bisogno, lo spessore umano, l’attaccamento alla sua terra e le doti di generosità del maestro: chi avrebbe rinunciato, nel 1950, a 1500 lire giornaliere per rimanere nella sua terra e coltivare il sogno di aiutare tanti ragazzini a diventare musicisti per professione o amanti della musica?
Gli interlocutori della serata si sono anche interrogati su come uscire dalla crisi della banda. La soluzione non è certamente lo snaturamento del repertorio classico della banda, ma trovare un connubio con la scuola per avvicinare, giocando, le nuove generazioni. Se non c’è la banda non c’è aria di festa: la festa non è solo l’appuntamento serale per un giro fra le bancarelle e l’accensione delle luminarie, ma è l’atmosfera gioiosa, annunciata e creata anche dalle bande che sfilano per le vie del paese, capaci di suscitare stupore nei bambini e negli adulti, come testimonia la poesia letta, a conclusione della manifestazione, dal suo autore prof. Giuseppe Presicce.
Bruno Nicolardi
